Un ringraziamento a tutte le persone che fin'ora si sono interessate e hanno sostenuto la nostra Associazione
e a tutti coloro che hanno partecipato con entusiasmo alle nostre iniziative!
NON AVETE POTUTO PARTECIPARE A UNA NOSTRA ESCURSIONE?
SIETE INTERESSATI A QUALCHE LOCALITA' IN PARTICOLARE?
PER TUTTE LE VOSTRE RICHIESTE SCRIVETE A [email protected]
E VI RISPONDEREMO NEL PIU' BREVE TEMPO POSSIBILE!
QUI DI SEGUITO TROVERETE INFORMAZIONI RIGUARDANTI LE ESCURSIONI ED ALTRE ATTIVITA' GIA' SVOLTE CON REPORT FOTOGRAFICI.
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ESCURSIONE - 11 MAGGIO 2014
È primavera in Vauda
"osservazione di specie rare e a rischio di estinzione"
Accompagnatori:
- Luca Borghesio, biologo ed esperto della Riserva naturale della Vauda
- Edoardo Martinetto, naturalista e ricercatore dell'Università degli Studi di Torino
Passeggiata organizzata da ATA (Associazione per la Tutela dell’Ambiente), in collaborazione con Verde Antico.
Partenza: ore 9, 30 – Area di sosta presso Green Farm, Borgata Ponte Masino di Nole
Rientro: ore 12,30
Possibilità, per chi lo desidera, di pranzo al sacco nell’area attrezzata di Green Farm
Lunghezza: 3 km su sentieri all’interno della riserva
Costo: 3 € per i soci ATA, 5 € per i non soci, gratuito per ragazzi con meno di 15 anni.
Info e prenotazioni: Toni Farina, tel. 335 7035304; e-mail: [email protected]
Associazione per la Tutela dell’Ambiente - Federata a Pro Natura Piemonte (www.ata-web.it)
ESCURSIONE - 13 APRILE 2013
Alla scoperta del passato geologico e della flora attuale del Biellese
guidata da: Edoardo Martinetto e Adriano Soldano
nell'ambito delle escursioni promosse della Société de la Flore Valdôtaine
nell'ambito delle escursioni promosse della Société de la Flore Valdôtaine
ESCURSIONE - 17 NOVEMBRE 2012
A SPASSO TRA CRETACEO E OLOCENE NEI DINTORNI DEL MONTE ANTOLA (GE)
Accompagnati dagli esperti Edoardo Martinetto e Bruno Rattazzi abbiamo osservato e visitato:
- Conglomerati oligocenici con la loro particolare vegetazione presso il sito “Le Strette”
- Icnofossili del Paleocene nelle Argilliti di Pagliaro presso Cabella Ligure
- Bacino dell’Olocene antico con fossili di vegetali presso Vobbia.
- Museo Paleontologico di Crocefieschi
CONFERENZA - 8 NOVEMBRE 2012 ORE 21
Quattro milioni di anni ai piedi delle Alpi Occidentali
Ricerche paleobotaniche all'Università di Torino
Relatore: Edoardo Martinetto
presso la Biblioteca regionale di Aosta
Nell'ambito delle conferenze organizzate dalla Société de la Flore Valdôtaine
presso la Biblioteca regionale di Aosta
Nell'ambito delle conferenze organizzate dalla Société de la Flore Valdôtaine
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CONFERENZA - 20 settembre 2011
Una foresta piemontese di tre milioni di anni fa: ambiente, clima e flora
relatore: Edoardo Martinetto
20 settembre, ore 17.00, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, via Giolitti 36, Torino
INGRESSO GRATUITO
Tre milioni di anni fa il mare copriva l'attuale Pianura Padana, spingendosi certamente fin dove oggi c'è Torino. Nelle zone costiere si stendevano vaste aree acquitrinose, vere e proprie paludi dove vivevano specie arboree che oggi non fanno più parte della nostra vegetazione. Tuttavia, esse hanno lasciato cospicue tracce allo stato fossile. Molto più varia e lussureggiante era a quel tempo la vegetazione alle pendici delle Alpi, dove crescevano rigogliose foreste ad affinità "cinese", ricche di piante sempreverdi. Il clima era di tipo temperato-caldo e umido, non molto diverso da quello attuale, ma con inverni meno rigidi e con estati miti e piovose.
Uno dei siti in cui i resti vegetali di quel tempo si palesano con massima spettacolarità è la Foresta Fossile del Torrente Stura di Lanzo, esposta al confine tra i comuni di Ciriè e Nole Canavese, dove, nell'ultimo ventennio del ‘900, sono affiorati in questo sito dei grossi ceppi che, fitti e in chiara posizione di crescita, formano una vera e propria foresta fossile. Il giacimento è degno di grande considerazione, non solo su scala regionale. Infatti, i resti fossili di piante arboree sono sì frequenti in varie località della Pianura Padana, ma essi datano generalmente a tempi piuttosto recenti (10.000-3000 anni fa), con una flora familiare, poiché tuttora presente in Italia. Ben diversa è invece la situazione del giacimento dello Stura di Lanzo, testimone di una flora e di un ambiente "esotici", risalenti a ben 3 milioni di anni fa.
Uno dei siti in cui i resti vegetali di quel tempo si palesano con massima spettacolarità è la Foresta Fossile del Torrente Stura di Lanzo, esposta al confine tra i comuni di Ciriè e Nole Canavese, dove, nell'ultimo ventennio del ‘900, sono affiorati in questo sito dei grossi ceppi che, fitti e in chiara posizione di crescita, formano una vera e propria foresta fossile. Il giacimento è degno di grande considerazione, non solo su scala regionale. Infatti, i resti fossili di piante arboree sono sì frequenti in varie località della Pianura Padana, ma essi datano generalmente a tempi piuttosto recenti (10.000-3000 anni fa), con una flora familiare, poiché tuttora presente in Italia. Ben diversa è invece la situazione del giacimento dello Stura di Lanzo, testimone di una flora e di un ambiente "esotici", risalenti a ben 3 milioni di anni fa.
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CONFERENZA - 20 GIUGNO 2011 ore 21
Il GRUPPO BOTANICO MILANESE e VERDE ANTICO hanno organizzato la conferenza:
Un viaggio botanico nel passato del Piemonte
relatore dott. Edoardo Martinetto
(Dipartimento di Scienze della Terra - Università degli Studi di Torino)
presso l'albergo Navize-te, Via Vecchia di Cuneo, 54 (www.hotelnavizete.it)
a Borgo San Dalmazzo (ca. 8 km da Cuneo).
Un viaggio botanico nel passato del Piemonte
relatore dott. Edoardo Martinetto
(Dipartimento di Scienze della Terra - Università degli Studi di Torino)
presso l'albergo Navize-te, Via Vecchia di Cuneo, 54 (www.hotelnavizete.it)
a Borgo San Dalmazzo (ca. 8 km da Cuneo).
SABATO 9 Ottobre 2010
Escursione alla Foresta Fossile della Stura di Lanzo e alle Torbiere di San Giovanni ai Boschi
Guidata da Edoardo Martinetto (Università degli Studi di Torino)
Con interventi di Pier Mauro Giachino, Chiara Minuzzo, Adriano Soldano
L’escursione è stata ideata specificamente per i soci della Associazione Naturalistica Piemontese, ma è aperta, previa prenotazione, a tutte le altre persone interessate.
Il percorso scelto consentirà di:
- ripercorrere le principali tappe dell’evoluzione remota dell’ambiente in Canavese, dall’originaria situazione marina (4 milioni di anni fa) al successivo allontanamento della linea di costa con formazione di estese paludi riccamente vegetate (3 milioni di anni);
- illustrare la ricca testimonianza della flora del passato disponibile in Canavese;
- osservare i depositi glaciali abbandonati dal ghiacciaio Balteo, sceso dalla Val d’Aosta;
- osservare e determinare, con l’aiuto di esperti, gli elementi della fauna e flora attuali;
- riesaminare le notizie storiche sui reperti archeologici delle Torbiere di San Giovanni ai Boschi (piroghe di legno).
Ritrovo n°1: ore 9.30 alla gelateria Artide, presso il ponte di Robassomero sulla Stura di Lanzo (auto con l’insegna di Verde Antico); segue la visita alla Foresta Fossile;
PRANZO: alla Trattoria LA LOCANDA di Vastalla alle 12,15; oppure pranzo al sacco a carico dei partecipanti.
Ritrovo n°2: ore 14.10 presso il bar di Pramonico (Fraz. di Baldissero Canavese) sulla provinciale Castellamonte-Ivrea, all’incrocio con Via San Giovanni. Segue la visita alle torbiere della zona di San Giovanni ai Boschi, quindi al sito fossilifero della Borra Grande, con fossili (conchiglie marine, piante terrestri) di età compresa tra 4 e 3 milioni e mezzo di anni fa.
Fine escursione:ore 18,30 (o 17, per chi non può restare) poco distante dal casello d’Ivrea dell’autostrada TO-AO.
LUNEDI’ 12 luglio e 23 agosto 2010 - CONFERENZA
Le Dolomiti milioni di anni fa: vulcani, foreste tropicali ed isole coralline
Organizzata da Pro Loco Alta Badia e tenuta da Evelyn Kustatscher
Inizio della conferenza: ore 21.00
Presso: Sala Tita Alton Str. Col Pradat Colfosco (BZ)
29 maggio 2010 - ESCURSIONE
Fossili e rocce di Pollenzo, presso Alba - Testimoni di mari, laghi, terre, storie di vita e “catastrofi” di sei milioni anni fa
Con Edoardo Martinetto e Michela Viale
Nella storia geologica del Mediterraneo è documentato un momento di totale trasformazione degli ambienti e degli organismi, conosciuto come una delle maggiori crisi ecologiche del Mediterraneo, una vera “catastrofe”, che ha coinvolto sia il territorio, sia tutti gli organismi viventi. Si sono verificate condizioni di ridotta ossigenazione dei fondali marini, morie in massa di pesci, invasioni di animali acquatici e terrestri, drastiche oscillazioni del livello delle acque, colate e frane estese per diversi chilometri, enormi variazioni di salinità in tutto il Mediterraneo e persino, secondo alcuni, il disseccamento di gran parte del bacino mediterraneo con deposizione di gesso e salgemma. Tutti questi eventi sono documentati con massima evidenza proprio vicino ad Alba!
I suddetti fenomeni si sono verificati in un intervallo di tempo tra 7,246 e 5,332 milioni di anni fa, che nella scala dei tempi geologici è denominato "Età Messiniana". Il nome deriva da Messina, in Sicilia, dove in origine era stata individuata una successione di strati di riferimento a livello globale.
Abbiamo osservato:
-DEPOSITI SEDIMENTARI
- PESCI E PIANTE FOSSILI DEL MESSINIANO
Ritrovo: ore 9,15 al casello autostradale di Cherasco (sulla AT-CN)
partenza ore 9,30; secondo ritrovo ore 9.45 c/o ristorante La Cascata (Verduno)
Fine escursione: ore 17,00
Con Edoardo Martinetto e Michela Viale
Nella storia geologica del Mediterraneo è documentato un momento di totale trasformazione degli ambienti e degli organismi, conosciuto come una delle maggiori crisi ecologiche del Mediterraneo, una vera “catastrofe”, che ha coinvolto sia il territorio, sia tutti gli organismi viventi. Si sono verificate condizioni di ridotta ossigenazione dei fondali marini, morie in massa di pesci, invasioni di animali acquatici e terrestri, drastiche oscillazioni del livello delle acque, colate e frane estese per diversi chilometri, enormi variazioni di salinità in tutto il Mediterraneo e persino, secondo alcuni, il disseccamento di gran parte del bacino mediterraneo con deposizione di gesso e salgemma. Tutti questi eventi sono documentati con massima evidenza proprio vicino ad Alba!
I suddetti fenomeni si sono verificati in un intervallo di tempo tra 7,246 e 5,332 milioni di anni fa, che nella scala dei tempi geologici è denominato "Età Messiniana". Il nome deriva da Messina, in Sicilia, dove in origine era stata individuata una successione di strati di riferimento a livello globale.
Abbiamo osservato:
-DEPOSITI SEDIMENTARI
- PESCI E PIANTE FOSSILI DEL MESSINIANO
Ritrovo: ore 9,15 al casello autostradale di Cherasco (sulla AT-CN)
partenza ore 9,30; secondo ritrovo ore 9.45 c/o ristorante La Cascata (Verduno)
Fine escursione: ore 17,00
Ecco il link del bel diario fotografico di Sergio, uno dei partecipanti dell'escursione: http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=114087
Ed ecco un breve, ma appassionato, testo della dott.ssa Claudia Pezzetti ispirato dall'escursione:
Ed ecco un breve, ma appassionato, testo della dott.ssa Claudia Pezzetti ispirato dall'escursione:
_ Le dolci colline delle Langhe e del Roero non sono sempre state così come le conosciamo e le vediamo oggi.
C’è stato un tempo in cui le colline non esistevano, un tempo in cui un caldo Mar Mediterraneo si insinuava fino in Piemonte e bagnava i piedi delle Alpi.
Ma c’è anche stato un tempo in cui il Mar Mediterraneo si è quasi prosciugato, a causa della chiusura dello stretto di Gibilterra, un punto di scambio tra le acque dell’Oceano Atlantico e quelle del nostro Mar Mediterraneo.
Stiamo parlando di tempi antichissimi: la Crisi che ha portato al prosciugamento quasi totale del Mar Mediterraneo è avvenuta circa 6 Milioni di anni fa, un tempo chiamato dai geologi e dai naturalisti “Messiniano”.
Come facciamo a sapere che il Mar Mediterraneo in un così lontano passato si è quasi disseccato?
I segni di questa profonda Crisi – che gli specialisti chiamano “Crisi di Salinità Messiniana” – sono conservati nelle rocce, che con i fossili, sono testimoni silenziosi di ciò che è avvenuto in un tempo così remoto.
L’Associazione Culturale Verde Antico ha organizzato Sabato 29 Maggio 2010 un’escursione nei luoghi significativi che testimoniano appunto questa grande Crisi.
I sedimenti e le rocce di età messiniana che affiorano lungo il Fiume Tanaro, tra gli abitati di Verduno, Pollenzo e Monticello d’Alba, sono costituiti in sostanza da gessi e da marne (rocce composte da calcare e argilla, in percentuale circa uguale); i gessi si trovano sia come sottili e delicate lamine – chiamati “gessi balatini” – sia in bellissimi individui di gesso pluricentimetrici – chiamati “gessi selenitici”.
Le marne al loro interno custodiscono i testimoni degli eventi passati: fossili di pesci dal nome un po’ complicato (Aphanius crassicaudatus), larve di libellula e moltissimi resti vegetali di piante che indicano climi caldi e umidi.
Fu alla fine del Messiniano – circa 5 Milioni di anni fa – che lo stretto di Gibilterra si riaprì e le acque atlantiche rifluirono nel bacino mediterraneo.
Il mare ritornò a lambire i piedi delle Alpi e con il mare tornarono altre forme di vita, intrappolate e conservate nelle rocce, solo un po’ più recenti, ma anch’esse testimoni di ciò che avvenne dopo.
Si formò quello che viene chiamato “Golfo Padano” ma che poi sparì pian piano, perché il mare si ritirava spostandosi verso est mentre andava formandosi la Pianura Padana.
Le colline delle Langhe e del Roero emersero definitivamente e presero la forma attuale: dolci colline ricoperte di vigneti.
C’è stato un tempo in cui le colline non esistevano, un tempo in cui un caldo Mar Mediterraneo si insinuava fino in Piemonte e bagnava i piedi delle Alpi.
Ma c’è anche stato un tempo in cui il Mar Mediterraneo si è quasi prosciugato, a causa della chiusura dello stretto di Gibilterra, un punto di scambio tra le acque dell’Oceano Atlantico e quelle del nostro Mar Mediterraneo.
Stiamo parlando di tempi antichissimi: la Crisi che ha portato al prosciugamento quasi totale del Mar Mediterraneo è avvenuta circa 6 Milioni di anni fa, un tempo chiamato dai geologi e dai naturalisti “Messiniano”.
Come facciamo a sapere che il Mar Mediterraneo in un così lontano passato si è quasi disseccato?
I segni di questa profonda Crisi – che gli specialisti chiamano “Crisi di Salinità Messiniana” – sono conservati nelle rocce, che con i fossili, sono testimoni silenziosi di ciò che è avvenuto in un tempo così remoto.
L’Associazione Culturale Verde Antico ha organizzato Sabato 29 Maggio 2010 un’escursione nei luoghi significativi che testimoniano appunto questa grande Crisi.
I sedimenti e le rocce di età messiniana che affiorano lungo il Fiume Tanaro, tra gli abitati di Verduno, Pollenzo e Monticello d’Alba, sono costituiti in sostanza da gessi e da marne (rocce composte da calcare e argilla, in percentuale circa uguale); i gessi si trovano sia come sottili e delicate lamine – chiamati “gessi balatini” – sia in bellissimi individui di gesso pluricentimetrici – chiamati “gessi selenitici”.
Le marne al loro interno custodiscono i testimoni degli eventi passati: fossili di pesci dal nome un po’ complicato (Aphanius crassicaudatus), larve di libellula e moltissimi resti vegetali di piante che indicano climi caldi e umidi.
Fu alla fine del Messiniano – circa 5 Milioni di anni fa – che lo stretto di Gibilterra si riaprì e le acque atlantiche rifluirono nel bacino mediterraneo.
Il mare ritornò a lambire i piedi delle Alpi e con il mare tornarono altre forme di vita, intrappolate e conservate nelle rocce, solo un po’ più recenti, ma anch’esse testimoni di ciò che avvenne dopo.
Si formò quello che viene chiamato “Golfo Padano” ma che poi sparì pian piano, perché il mare si ritirava spostandosi verso est mentre andava formandosi la Pianura Padana.
Le colline delle Langhe e del Roero emersero definitivamente e presero la forma attuale: dolci colline ricoperte di vigneti.
15 maggio 2010 - ESCURSIONE
Escursione lungo il corso del Torrente Cervo, Biellese
Con Edoardo Martinetto e Cristina Festa
Abbiamo osservato:
- depositi sedimentari, conchiglie e piante fossili del Pliocene;
- flora attuale degli ambienti umidi perifluviali.
Partenza: ore 9,30 [ritrovo presso il casello autostradale di Carisio (sulla TO-MI)
Secondo ritrovo: ore 9,45 di fronte alla chiesa di Gifflenga
Fine escursione: ore 17,30
Con Edoardo Martinetto e Cristina Festa
Abbiamo osservato:
- depositi sedimentari, conchiglie e piante fossili del Pliocene;
- flora attuale degli ambienti umidi perifluviali.
Partenza: ore 9,30 [ritrovo presso il casello autostradale di Carisio (sulla TO-MI)
Secondo ritrovo: ore 9,45 di fronte alla chiesa di Gifflenga
Fine escursione: ore 17,30
9 maggio 2010 - ESCURSIONE
Escursione al sito fossilifero pliocenico di Ca’ Viettone: una flora risalente a 4 milioni di anni fa
Con Edoardo Martinetto e Elena Vassio
Abbiamo osservato:
- depositi sedimentari e piante fossili del Pliocene e gli analoghi attuali;
- depositi sedimentari (argilla/caolino e calcari) cavati e sfruttati nel passato;
- flora attuale dei boschi e delle zone aride su rocce ultrabasiche.
Primo ritrovo: ore 10,30 [ritrovo presso il campo da calcio di Levone Canavese]
Secondo ritrovo: ore 14 [ritrovo presso il ponte sul Rio di Ca' Viettone, sulla strada che collega Levone a Crosaroglio]
Fine escursione: ore 17,30
Con Edoardo Martinetto e Elena Vassio
Abbiamo osservato:
- depositi sedimentari e piante fossili del Pliocene e gli analoghi attuali;
- depositi sedimentari (argilla/caolino e calcari) cavati e sfruttati nel passato;
- flora attuale dei boschi e delle zone aride su rocce ultrabasiche.
Primo ritrovo: ore 10,30 [ritrovo presso il campo da calcio di Levone Canavese]
Secondo ritrovo: ore 14 [ritrovo presso il ponte sul Rio di Ca' Viettone, sulla strada che collega Levone a Crosaroglio]
Fine escursione: ore 17,30
6 maggio 2010 - CONFERENZA
“Quando Forno non c’era”....
a Forno Canavese
Organizzata da Pro Loco Forno Canavese
Tenuta da:
Edoardo Martinetto
Verrà illustrata l’evoluzione del territorio a partire da 4 milioni di anno fa, quando il mare copriva tutta la pianura padana e bagnava le pendici delle Alpi Occidentali. Seguirono il ritiro del mare, la formazione di estese paludi costiere e, a seguito del raffreddamento del clima, la discesa dei ghiacciai alpini sino alla pianura.
Presso la Sala Conferenze Ex Area Obert (via Trucchetti n° 20, in centro al paese di Forno Canavese)
Inizio della conferenza: ore 21.00
a Forno Canavese
Organizzata da Pro Loco Forno Canavese
Tenuta da:
Edoardo Martinetto
Verrà illustrata l’evoluzione del territorio a partire da 4 milioni di anno fa, quando il mare copriva tutta la pianura padana e bagnava le pendici delle Alpi Occidentali. Seguirono il ritiro del mare, la formazione di estese paludi costiere e, a seguito del raffreddamento del clima, la discesa dei ghiacciai alpini sino alla pianura.
Presso la Sala Conferenze Ex Area Obert (via Trucchetti n° 20, in centro al paese di Forno Canavese)
Inizio della conferenza: ore 21.00
DOMENICA 25 aprile 2010 - ESCURSIONE
Escursione in Val Chiusella e Anfiteatro Morenico d’Ivrea: dal sito pliocenico con la sua paleoflora alla scoperta della flora attuale
Con Daniela Bouvet, Chiara Minuzzo e Edoardo Martinetto
Abbiamo osservato:
- depositi sedimentari, conchiglie e piante fossili del Pliocene;
- depositi glaciali abbandonati dal ghiacciaio Balteo, sceso dalla Valle d’Aosta;
- flora attuale dei colli morenici.
Con Daniela Bouvet, Chiara Minuzzo e Edoardo Martinetto
Abbiamo osservato:
- depositi sedimentari, conchiglie e piante fossili del Pliocene;
- depositi glaciali abbandonati dal ghiacciaio Balteo, sceso dalla Valle d’Aosta;
- flora attuale dei colli morenici.
16 aprile 2010 - CONFERENZA
Conferenza pubblica sul patrimonio paleontologico della zona del Biellese
Organizzata dal Museo del Territorio Biellese
Tenuta da:
Edoardo Martinetto e Paola Beccaro
Presso il Museo del Territorio Biellese - Chiostro di San Sebastiano, via Quintino Sella (Biella)
Organizzata dal Museo del Territorio Biellese
Tenuta da:
Edoardo Martinetto e Paola Beccaro
Presso il Museo del Territorio Biellese - Chiostro di San Sebastiano, via Quintino Sella (Biella)